A 70 anni dall’uscita e a 50 dalla morte dell’autore, La Nave di Teseo ha rispedito in libreria Gioventù che muore di Giovanni Comisso (Treviso, 1895 – Treviso, 1969) all’interno di una serie intitolata “I libri di Giovanni Comisso”. Il volume (pp. 214, euro 18, con prefazione di Paolo Di Paolo) è corredato di una curiosa copertina che, nelle intenzioni dei signori del marketing editoriale, si suppone voglia provare a riavvicinare Comisso a una nuova popolazione di lettori. Ai nuovi e vecchi lettori di Comisso va l’invito di valutare la copertina di un libro che, come gli altri di questa casa editrice, presenta delle bandelle enormi e un poco scomode. Il titolo non era tra quelli inclusi nel Meridiano mondadoriano del 2002 a cura di Rolando Damiani e Nico Naldini. Fu grande scrittore Comisso? Secondo Citati no, secondo Zanzotto sì, per stare a un racconto di Naldini al convegno zanzottiano del 2014. Il “citationismo” però ormai stanca, come le troppe quarte di copertina Adelphi affidate alla sua penna. Ma Zanzotto cosa scrisse su Comisso? L’invito è ripescare i due brevi contributi contenuti nella raccolta Scritti sulla letteratura intitolati I cento metri e Comisso nella cultura letteraria del Novecento.
Commenti
Posta un commento